Ho comprato il mio primo computer nel 1982, era un Sinclair ZX80 , si attaccava al televisore e caricava i dati da un registratore a cassette; avevo 15 anni e appartenevo ad un mondo analogico.
Sono trascorsi esattamente trentanni da allora e oggi, tutti dispongono di strumenti con prestazioni allora difficili da immaginare.
Ma è proprio vero ?
La parola “tutti” si riferisce alle offerte di mercato o al reale potenziale di acquisto, comprensione e utilizzo del cittadino medio ?
Ho continuato a pormi questa domanda con il passare del tempo e purtroppo, sono costretto a riconoscere che da questo punto di vista, l’evoluzione hi-tech è classista e antidemocratica.
Esiste una percentuale della popolazione che fortunatamente dispone di mezzi e competenze che gli permettono di usufruire al meglio delle nuove tecnologie, aggiornando in continuazione il proprio bagaglio conoscitivo e la dotazione della apparecchiature a disposizione.
Ai margini della società si trovano milioni di persone che per ragioni economiche, sociali o per handicap fisici sono totalmente tagliate fuori da questo mondo per altri luccicante e variegato.
Anziani, minori e disabili, non rientrano negli interessi commerciali delle grandi aziende di produzione hardware e software quindi si ritrovano costretti ad usare mezzi complicati e non progettati per loro.
Urge un intervento atto a superare questo profondo divario, mirato a diffondere una cultura solidale che renda accessibile veramente a tutti questo meraviglioso mondo moderno.
Slownet – rete lenta è una costituenda associazione senza fini di lucro, che nasce con lo scopo di raggruppare un gruppo di volontari, ricercatori, tecnici e addetti ai lavori della rete, che mettano a disposizione una piccola parte del loro tempo libero per agevolare questa rinascita sociale e culturale.
Vi invito a visitare www.slownet.it il nuovo sito (in fase di allestimento) dedicato al progetto ed eventualmente aderire attraverso l’apposito form.
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Sono d’accordo! Bell’articolo, mi piace il tuo blog!