Liberalizzazione della Cannabis in Italia
per uso terapeutico


Cannabis terapeutica

Cannabis terapeutica

In questi mesi si è riacceso il dibattito sulla liberalizzazione della Cannabis a scopo terapeutico.
La scienza ha oramai dimostrato le sue proprietà curative, sia rilassanti che coadiuvanti, nel trattamento di malattie come cancro e Hiv.
Tra le migliaia di specie esistenti, alcune di esse contengono principi attivi straordinariamente potenti; informazioni sul commercio di semi di canapa per uso medico sono facilmente reperibili sul web, attraverso portali di aziende specializzate come ad esempio questo: www.royalqueenseeds.it/36-semi-di-marijuana-terapeutica .

Sono in corso richieste da parte di alcune regioni italiane, finalizzate ad introdurre detti farmaci naturali, nella lista di quelli ammessi all’interno delle strutture ospedaliere.

Esistono paesi in cui la Canapa viene liberamente coltivata per uso tessile e l’Italia, per secoli è stata una delle prime produttrici a livello mondiale.

Un anziano contadino conosciuto in Toscana, mi raccontò che all’epoca dei canapai, durante i mesi di fioritura ed impollinazione, la sola respirazione in prossimità dei campi, induceva nei presenti uno stato di euforica rilassatezza e che le giovani coppie gradissero particolarmente “appartarsi” in tali luoghi nel fiorito periodo.

In passato la coltivazione agricola della canapa era molto diffusa nelle zone medio-europee, per la sua facilità a crescere anche su terreni difficili da coltivare con altre specie di piante (terreni sabbiosi e zone paludose nelle pianure dei fiumi), e per la grande quantità di prodotti che se ne ricavavano: soprattutto fibre tessili, carta e corde dai fusti, olio dalla spremitura dei semi, e mangime e altri prodotti commestibili per il bestiame produttivo dalle foglie e dai semi.

Durante i secoli del trionfo della vela e delle grandi conquiste marittime europee la domanda di tele e cordami assicurò la straordinaria ricchezza dei comprensori la cui fertilità assicurava le canape di qualità migliori per l’armamento navale. Eccelsero tra le terre da canapa Bologna e Ferrara. Testimonia la vitalità dell’economia canapacola felsinea il maggiore agronomo bolognese del Seicento, Vincenzo Tanara, con una lunga, accurata descrizione della tecnica colturale.[13] Grazie alla qualità delle sue canape l’Italia, secondo produttore mondiale, assurse a primo fornitore della marina britannica. Con la diffusione delle navi a carbone iniziò il tramonto della produzione, causando nelle province canapicole una lenta ristrutturazione di tutte le rotazioni agrarie che durò un secolo.

FONTE WIKIPEDIA

 

Come citato da Wikipedia, gli interessi economici legati alla produzione di tessuti sintetici prodotti dalla lavorazione del petrolio e le lobby della carta, realizzata con la fibra di legno, costrinsero i poteri di allora, a vietarne la coltura.

Dopo millenni di uso abituale, la stragrande maggioranza delle popolazioni, vide messa al bando un’attività produttiva tramandata di generazione in generazione, nel nome di un principio teoricamente atto a salvaguardare l’individuo IL PROIBIZIONISMO.

Attualmente il termine  riferisce a quel particolare orientamento ideologico e legislativo che tende a vietare l’uso di alcune sostanze (droghe) in base alla loro presunta o accertata pericolosità, esso discende dall’idea che le organizzazioni e gli stati abbiano il dovere di proteggere la società civile ed il cittadino dalle conseguenze delle sostanze stesse.
Limitando cioè la Libertà individuale per motivi di salute e ordine pubblico.

Il fenomeno repressivo ha visto le sue origini nel 1937 negli Stati Uniti di America, per mano del direttore del Federal Bureau of Narcotics americano, Harry J. Anslinger.

A supporto della definitiva messa al bando della pianta della discordia, il federale pronunciò il seguente discorso:

Negli USA. Ci sono 100mila fumatori di marijuana.
La maggior parte di loro sono negri, ispanici, filippini e artisti.
La loro musica satanica, il jazz, lo swing, sono il risultato dell’uso di marijuana.
La marijuana provoca nelle donne bianche il desiderio di intrattenere rapporti sessuali con negri, artisti e altri.
(…) la prima ragione per mettere la marijuana fuori legge è il suo effetto sulle razze degenerate.
La marijuana è una droga che provoca assuefazione e produce negli utilizzatori insanità, criminalità e morte.
La marijuana porta al lavaggio del cervello pacifista e comunista.
Gli spinelli inducono i negri a pensare che sono come gli uomini bianchi.
Fuma uno spinello e probabilmente ucciderai tuo fratello.
La marijuana è la droga che piu’ ha causato violenza nella storia dell’uomo

FONTE ASIABLOG

 

Da allora coltivare, vendere, acquistare, consumare Cannabis è reato praticamente in tutto il mondo.

Non ho certamente scoperto l’acqua calda, mi chiedo soltanto per quale ragione, una pianta che potrebbe tranquillamente venir coltivata sul balcone, partendo da semi di canapa selezionati magari in terreni biologici, venga invece demonizzata e paragonata a reati come la coltivazione intensiva dell’oppio.

La teoria della proibizione basata sulla volontà di salvaguardare la salute pubblica stride con la contrapposta legalizzazione di sostanze come alcol, tabacco, psicofarmaci e pratiche come il gioco d’azzardo.

In questa civiltà ipocrita esistono leggi mirate a prendere posizioni drastiche solo dove desiderato dai massimi sistemi.

L’abuso di alcol, in particolare da parte delle giovani generazioni, crea ogni giorno malattia e morte e i dati diffusi in rete lo confermano.

Se i governi desiderassero realmente il bene dei cittadini, verrebbero presi immediati provvedimenti nei confronti della vera minaccia chiamata birra, vino e co. pubblicizzati e promossi dai media a qualsiasi ora del giorno.

Nel teatrino della cosiddetta società civile, decine di extracomunitari tirano a campare vendendo spinelli nei vicoli a quei giovani che, come accaduto ai loro predecessori, si ritrovano costretti a nascondersi come ladri.

Malgrado questa patina di perbenismo di facciata tipica del nostro paese, moltissime persone fanno uso di canapa indiana, più o meno di nascosto e personalmente credo siano totalmente inoffensive, a differenza degli alcolizzati i quali, ad onor di cronaca, sono i reali soggetti pericolosi.

Sinceramente, non ho mai sentito notizia di investimenti causati da assunzione di hashish o marijuana, e temo che dietro a questa informazione discriminatoria, ci sia ancora lo zampino di chi con la depenalizzazione delle cosiddette “droghe leggere” perderebbe i profitti economici legati al traffico illecito.

Vedremo quindi, se e quando anche in Italia verranno adottati i preziosi oli a scopo medicamentoso e perchè no, tollerato l’uso ludico.

Nel frattempo lasciamo alla malavita questo fruttuoso affare, ai giovani la paura e ai marocchini la galera, che tanto nel carcere di  Marassi c’è posto ….

 

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