La visione di Claudio Rocchi sui figli e la società


Claudio Rocchi

Claudio Rocchi

Se avete figli tra i 18 e quarant’anni o SIETE quei figli, siete pregati di intervenire: questa società è malata per colpa nostra. Con le necessarie, dovute e benedette eccezioni, di solito le cose vanno così.

Uno degli organi vitali del corpo sociale, la famiglia, è gravemente lesionato. Decidete voi se è il cuore delle passioni, il fegato delle alchimie, il cervello dell’intelligenza o sono piuttosto le reni dei filtraggi, i polmoni dell’ossigeno, lo stomaco dei metabolismi.

Osservo trasversalmente, negli squarci che intravvedo nelle diverse case, una dinamica diffusa. Figli e figlie mediamente disordinati, svogliati, incapaci di lavarsi una tazza o un calzino, di fare una lavatrice, stirare qualcosa, lavare piatti e padelle. Capaci di trasformare in caos puro ogni ambiente, fieramente insofferenti ad ogni richiamo, irati, stizzosi e soprattutto poggiati su uno spirito di rivalsa, vendicativo e autoassolvente. I “poveri e le poverette” hanno subito traumi per essere cresciuti con genitori sbagliati.
Una generazione che avrebbe fallito ogni evoluzione consegnando loro un presente senza futuro cui solo la superficialità, i bar di diversa estrazione per chiacchere e aperitivi con amici, una sorta di snobbamento totale di tutto quanto non sia autoreferenziale e gergato nei loro linguaggi criptati, possono dare sollievo.

Ci troviamo in casa una nuova generazione di censori, di saccenti, di presuntuosi e arroganti saputelli che contestano a testa alta e a insulti puri genitori e compagni e compagne dei genitori, con i quali spesso vivono graziandoli con gli oneri di essere buoni solo come providers di denaro, assistenza, tessere dei mezzi pubblici, motorini, macchinette, auto, calzature, vestiti e, guarda guarda, cibo.

Dai figli del boss Anthony Soprano a quelli del mio ottimo vicino di casa è solo un’escursione di urla, litigi, screzi se va bene, drammi ogni tre per due, porte sbattute, offese continue verso “patetici” genitori che, praticamente non capiscono un cazzo e devono “pagare” per i loro errori e le loro inadempienze “servendo” letteralmente le “forze fresche” di casa: i giovani.

Non ci siamo scordati di avere visto figlie e figli impegnati al loro meglio a pulire, mettere in ordine, lavare piatti, fare bucati e stenderli, fare la spesa, buttare la spazzatura, comprarci il giornale o fare regali tenerissimi. Con lo splendore delle rarità abbiamo vissuto anche queste sorprendenti anomalie. La Norma (degli Inferi certamente e non del Cielo taoista) è tristemente un’altra.

Noi la famiglia l’abbiamo da giovani trovata “ariosa e stimolante come la camera a gas”, l’abbiamo mollata appena possibile per le strade dell’esperienza, abbiano delirato di esperimenti comunitari e di infatuazioni visionarie. Abbiamo barattato l’ipocrisia delle Religioni declinate a compromesso con il tentativo di praticare i modi degli ottimi fondatori. Cristo come il “Che” progressista e generoso contro gli interessi dei pochi a favore dell’equità sociale. La compassione del Buddha verso tutti gli esseri senzienti. Le mistiche raffinate dei Sufi. Le altezze le profondità Taoiste. La Conoscenza Vedica. Le mille e mille declinazioni applicate a “mercato” della Nuova Era.

Ed eccoci a ritrovarci per casa figlie e figli integralisti e bacchettoni, che deridono le “derive” di madri e padri per chiudersi alla rincorsa dei valori snobbati dai genitori. “La famiglia è bella, ce l’avete negata. Ci pensiamo noi a costruirla partendo dall’abito bianco in chiesa contro i vs ridicoli matrimoni laici. Ci pensiamo noi ad essere buoni cattolici contro le vs derive esotico-esoteriche…”.
Ed eccoli qui a praticare in casa, nei gesti di tutti i giorni, quasi tutti i “Vizi Capitali”. L’ira, l’accidia, la superbia, la gola, l’invidia.
A interpretare “porgi l’altra guancia” nell’aggredire rabbiosi ad ogni critica propositiva per migliorare la qualità della vita negli spazi comuni di una casa. Il salotto infestato di oggetti fuori luogo, le cucine in stato post nucleare dove qualunque velleità culinaria è frustrata dalla necessità di svuotare i lavelli da bicchieri, piatti, tazze, posate usate una sola volta e buttati nel calderone del “lava tu che a sporcare ci penso io”.

Già, i gesti della vita quotidiana. Una vita quotidiana fatta di tensioni, litigi, musi tenuti per ore o giorni, abbandono della comunicazione. Pensieri negativi, di odio, di scherno, di rivalsa. Ci si può sempre rifugiare da un amico che capisce, da un parente “tollerante”, quanto basta per sbollire in attesa dei prossimi denari da chiedere, desideri da esaudire, progetti da finanziare.

Non siamo stati noi, cazzo, nella stragrande maggioranza dei casi, a deteriorare il corpo sociale. Sono stati Amministratori scorretti o ladri puri al potere. Alcuni dei vostri genitori, cari figli 18/40 enni, hanno vissuto di ideali che non sapete nemmeno ipotizzare, sono andati a scontrarsi fisicamente con le istituzioni e le malizie dell’ omologazione cieca. Hanno creato nell’Arte, nel Pensiero, nelle Tecnologie Applicate, quanto date per scontato come creato da DIO nei suoi sette giorni di lavoro. Cellulari e computers, I PADs ed I PODs, dvd e macchine digitali, costumi più tolleranti e modi più aperti, conquiste sociali nel lavoro e nell’assistenza. Non tutti hanno creato le bolle tossiche della Finanza dei crediti, del vivere al di sopra delle proprie possibilità reali, dell’edonismo psicopatologico, delle strozzature fiscali. Non tutti i visionari della generazione dei genitori hanno tradito intenzioni e ideali finendo al soldo delle odiate multinazionali nel “mercato globalizzato”, della marketing ipnotico, dei bisogni indotti, delle industrie chimico farmaceutiche che vivono sulle malattie da favorire, sulle cause da non prevenire per lucrare sugli effetti.

E’ necessario fermare questa spirale folle di conflittualità.
E si può partire soltanto esattamente da qui dove siamo.
Tu lì, io qui. Non c’è bisogno di fare nemmeno un passo. Dalla vita nella casa in cui vivi, con le persone con cui vivi. Dall’ammettere errori e responsabilità, dallo smorzare orgoglio e presunzione; dall’essere più generosi, tolleranti, capaci di ascoltare (virtù rarissima per gli Urlatori del nuovo millennio). Capire che il compromesso propositivo, verso un Ordine Nuovo e condiviso, è necessario e non è sconfitta ma vittoria. Da una casa serena uscire sereni nel mondo difficile e crudele per portare in dote un’attitudine veramente rivoluzionaria: il sorriso, la cortesia, l’attenzione, la cura verso persone e cose. L’equilibrio del coraggio della tolleranza contro la misera, risibile, penosa, patetica attitudine di chi crede di avere sempre ragione. Facciamola finita con gli alibi di presunte ingiustizie subite nel passato. I Vs genitori, figli e figlie 18/40 enni, spesso, alla vostra età, invece che capricciosi e viziati rampolli erano giovani e sprovveduti papà e mamme, a inventarsi la vita sostenuti da quello che vi manca. La voglia di misurarvi nella vita da soli. Con ingenuità e inesperienza ma anche coraggio e fiducia ceativa.
Questa società e malata perché malati siamo noi. Non è colpa di altri. E’ colpa nostra.

Claudio Rocchi

FONTE: Franco Assenza

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