Buon 76° compleanno Gigi Picetti


Gigi Picetti

Gigi Picetti

Ho conosciuto Gigi Picetti negli anni ottanta quando insieme a Mario Quaglia gestiva la Panteka in cima a via Balbi, sopra alla Farmacia Pescetto, che all’epoca riforniva di siringhe 24 ore su 24 gli eroinomani di mezza Genova.
Erano anni bui e i pochi locali dedicati alla musica dal vivo straboccavano di giovani promesse e vagabondi assetati di alcol ma anche di avanguardia creativa. In quella locanda senza orario ascoltai per la prima volta un talentuoso sconosciuto che suonava il piano e cantava con gli occhi coperti da riccioli ribelli quanto i suoi testi; era quel mito di Francesco Baccini.
A causa di uno dei miei innumerevoli traslochi persi di vista la scena underground cittadina trasferendomi per anni a Firenze e poi a Bergamo.
Rientrato all’ovile un decennio piú tardi, il destino fece incrociare le nostre strade e una fredda sera d’inverno del 1995 ritrovai il buon Gigi entrando per caso all’Ostaja de Banchi per uscirne nel 2009 quando venne tristemente chiusa.
Furono anni di arte allo stato puro, sperimentazione ed aperture mentali controcorrente rispetto alla cortomiranza della palude che circondava quella baia felice.
Era un locale atipico, rebigato in Vico de Negri dietro Piazza Banchi ed il meglio avveniva a porte chiuse quando pivelli ed avventori ordinari sloggiavano e rimanevano solo gli amici di sempre, a fare l’alba passandosi la stessa chitarra fino all’ultima canzone.
In quell’indimenticabile abbondante decennio ho avuto l’onore di ascoltare in anteprima la nascita di capolavori dalla bocca degli stessi autori come Max Manfredi, Federico Sirianni, Cristiano Angelini, Beppe Gambetta e suo figlio Filippo.
Su quelle panche sono passati Giuseppe Laruccia e Laura Parodi, baluardi della nostra tradizione corale del Tralallero, Marco Spiccio, Manuel Garibaldi e tanti altri meravigliosi personaggi.
Ai musici si alternavano pittori, poeti saltinbanchi e fumettisti come Ugo Delucchi e Laca Montagliani.
Abbiamo organizzato spettacoli e folli performance, affisso manifesti, girato video e costruito palchi, tavola dopo tavola, ma soprattutto conosciuto persone, tantissime meravigliose persone.
Grazie ai suoi racconti ho imparato a riconoscere il valore delle cose e a coltivare l’amore per la storia della Superba e delle sue genti.
Gigi c’era sempre, quando stavo bene e proponevo nuove pazzie cosí come quando ero giú e necessitavo dei suoi saggi consigli.
È stato fratello di sangue e padre spirituale,trasformandosi in zio dopo la nascita di mio figlio Gabriele ma non certo in nonno alla luce di uno dei suoi mille aforismi: “non sono mai stato mio coetaneo”.
La chiusura dell’Osteria non ha intaccato la nostra relazione ma semplicemente trasformato la sua natura, modificando modi e luoghi di frequentazione.
Oggi come allora siamo alla caccia di nuove avventure e innovativi cocktails composti da immagini, monologhi e ballate che presto avremo il piacere di farvi assaggiare.

Buon compleanno Gigi. Con amore Adribio