Wifi libero gratuito e a norma di legge al Beriocafe di Genova


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L’Italia è il paese dei record, delle anomalie e dei primati più strampalati; tra di essi indubbiamente si annovera la sbalorditiva avventura legislativa relativa alla connettività internet senza fili.

Se qualcuno avesse perso le fila di questa rocambolesca vicenda, ecco un rapido riassunto:

Nel luglio 2005 in Parlamento venne approvato un Decreto Legge presentato dall’Onorevole Roberto Pisanu, convertito poco dopo nella legge che comprendeva anche norme connesse all’utilizzo di Internet, vietando le connessioni anonime e imponendo a tutti i fornitori di servizi annessi di conservare dei tabulati contenenti indirizzo IP e numero di telefono in grado di identificare gli utenti.

Tale legge venne costantemente prorogata fino alla fine del 2010, anno in cui un progetto di legge bipartisan prevedeva l’abrogazione totale dell’art.7 del decreto Pisanu, in quanto caso unico al mondo e di utilità marginale; non risultano infatti testimonianze di operazioni giudiziarie agevolate o determinate dai suddetti provvedimenti. In pratica nessun terrorista è mai stato arrestato nel dehors di un bar mentre lanciava un missile controllandone la traiettoria con il supporto di Google Maps.
L’abolizione dell’art. 7 è stata infine effettuata dal governo Monti, che non ne ha inserito il rinnovo nel decreto proroghe 2011.

Che cosa è successo da allora?
Le testate giornalistiche di ogni ordine e grado hanno levato al cielo canti di gioia digitale, inneggiando il raggiungimento dell’agognato “diritto alla rete” peraltro mai preteso dagli stessi durante gli anni bui di cui sopra.
Si giurava che tutti avrebbero finalmente potuto connettersi ad internet senza l’obbligo di fornire dati identificativi, condizione che avrebbe finalmente spezzato le catene della schiavitù multimediale, garantendo alfabetizzazione informatica, esponenziale crescita delle piattaforme e-commerce per la piccola e media azienda, prosperità, pace e amore di silicio.

In verità ad oggi la situazione è totalmente invariata rispetto a quella di dieci anni or sono; la banda larga rimane un sogno, l’adsl a nostra disposizione è tra le più scadenti d’Europa ed il Wifi libero praticamente è introvabile.
Come sempre l’innovazione tecnologica nella nostra amata nazione viene dopo qualsiasi altro investimento cementizio ed eccoci esattamente al punto di partenza.
Le pubbliche amministrazioni, intente ad arginare fronti ben più impegnativi, hanno come sempre avviato progetti pilota intricati e costosi, lasciando ai privati l’ennesimo onere necessario per dare alla popolazione un minima parvenza di sviluppo.
Fortunatamente molte attività commerciali si sono attrezzate autonomamente per fornire ai propri clienti la porta di entrata verso il www.

Un esempio: Il BerioCafe di Genova, storico locale sito all’interno della Biblioteca Berio, sempre all’avanguardia, con quell’occhio di riguardo nei confronti della collettività che lo contraddistingue, ha installato un apparato wireless distribuito da Bluemoz che consente agli avventori, la libera navigazione nel web, rispettando le vigenti normative in materia.
Come? grazie all’accesso tramite Social Network. E’ sufficiente infatti cercare tra i segnali disponibili quello libero, ed una associato al proprio terminale ( computer, tablet o smartphone che sia ) lanciare il browser e donare un semplice “like” sulla pagina Facebook del locale.
Da qual momento il sistema registrerà l’utente ricordandone le credenziali, senza richiederle nuovamente durante le successive sessioni e persino over 70 come la mia digitalizzata madre possono usufruirne senza difficoltà.
Libera rete in libero stato!