Decimo anniversario della morte di Fabrizio De Andrè


Fabrizio De Andrè

Fabrizio De Andrè

Oggi ricorre il decimo anniversario della morte di Fabrizio de Andrè.

Ho conosciuto le sue canzoni durante la mia infanzia, hanno accompagnato la mia adolescenza .
Ero attratto dal suo personaggio blasfemo e  libero, dalle mille sigarette che pendevano dalle sue labbra e dall’immancabile bicchiere di alcool posato sul tavolo.

Negli anni ’70 ascoltare De Andrè significava essere fuori dagli schemi, contro la Carrà la Chiesa la Polizia.
A Genova non si parlava di lui perchè era un “maledetto” come Paganini, un eretico, un diverso.

Nemo propheta in patria e questa affermazione Genova la conosce bene…
Fabrizi De Andrè ha conosciuto il successo grazie a Milano, la Pfm, la Sardegna ma non certo con il supporto della città natale.

Era un alcoolizzato di prima categoria e chi lo ha conosciuto personalmente racconto che beveva in continuazione così come di continuo fumava.

La sinistra ha sempre cercato di ingabbiarlo nelle sue reti per quanto lui, dichiaratamente anarchico si sia sempre scrollato di dosso qualsiasi tentativo di appioppare sulla sua fronte un bollino “rosso”.

Ricordo il concerto con la Pfm a Genova nel 1977 durante il quale dedicò una canzone al Circolo Anarchico Pinelli scatenando la furia dei giovani della Fgci che lo coprirono di fischi.

Nel suo nome sono state aperte fondazioni, negozi di strumenti musicali hanno creato un economia ed ora tutti ne ostentano l’immagine.

A Palazzo Ducale è stata allestita una mostra multimediale in suo onore.

La Fnac, il Comune di Genova, i ristoranti, tutti affigono maxi foto per ricordare che “lui” era genovese.
Il suo volto è ovunque come a Venezia le mascherine di ceramica.

Anche questa è Genova, una città che non si accorge di te fino a quando un decennale della scomparsa non riempe i bar …..

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