Alluvione di Genova un anno dopo


Alluvione Genova Marassi

Alluvione Genova Marassi

E’ passato un anno esatto dal triste giorno dell’alluvione di Genova.
Per tutti coloro che come noi abitano in prossimità del Rio Fereggiano, da allora la vita di quartiere è decisamente cambiata.

La paura della pioggia in grado di travolgere tutto quello che incontra, il senso di impotenza davanti a fenomeni naturali sempre più improvvisi e devastanti, aleggia tra le persone residenti nelle zone a rischio.

In questi giorni i mass media locali, hanno sguinzagliato giornalisti e reporter, a caccia di commenti, opinioni e indiscrezioni a tema, scatenando dibattiti fiume e accese discussioni.

In questi momenti mi chiedo se, tali professionisti della comunicazione siano realmente mossi dal cosiddetto diritto di cronaca, o molto più semplicemente dal redditizio business della caccia allo scoop.

Non sono mancate le polemiche relative alla mancanza di interventi di prevenzione, quali la pulizia dei tombini, degli alvei fluviali, e del famigerato scolmatore.

Gli equilibri naturali sono oramai completamente sovvertiti; le copiose precipitazioni che impattano su terreni totalmente cementificati durante gli anni della speculazione edilizia, viaggiano verso il mare attraversando percorsi praticamente impermeabili.

Personalmente credo sia sterilmente inutile perseverare nella caccia al colpevole, alla luce del fatto che la nostra civiltà di oggi paga le dolose colpe di coloro che in passato, hanno sparso cemento e catrame senza minimamente porsi interrogativi sulle eventuali conseguenze.

A mio parere, l’attuale amministrazione comunale ha esso in atto tutte le possibili contromisure, denotando competenza e tempismo .

La rimozione dei bidoni della spazzatura, la chiusura delle scuole e la costante segnalazione delle allerte, sono azioni in grado di sensibilizzare la popolazione, inducendo all’indispensabile consapevolezza di quelle che sono le contromisure da adottare in situazioni di pericolo.

Un anno fa, nessuno di noi sapeva esattamente cosa significasse la parola “allerta” mentre oggi, grazie alla costante informazione, è possibile scongiurare il rischio di ennesime disastrose conseguenze.

Ovviamente, come sempre accade nella Superba, la macchina del fango ( quello mediatico ) è sempre attiva, e molti concittadini si sono lamentati per le strategie messe in atto dal Comune di Genova, ritenendole eccessive e deleterie.

Di certo tra due mali molto meglio il minore; perdere qualche giorno di lavoro non ha confronto in relazione ad anche una remota probabilità di rischio vitale.

Purtroppo, come si dice dalle nostre parti ” nu se peu sciuscià e sciurbì ” e in casi simili è davvero difficile avere ” botte piena e moglie ubriaca ” ma criticare sempre e comunque è un’arte ligure nota nel mondo…..

Cosa ne pensi?