La mia America


Captain America

Captain America

Sono nato nel 1967 ed appartengo quindi alla generazione dei figli dei figli dei fiori.

Non posso ricordare gli anni della “grande” rivoluzione culturale ma rammento con dovizia di particolari la successiva ondata di movimenti politici che prese vita prima degli anni ’80 ovvero ante “grande freddo” .
Le parole chiave con cui sono cresciuto erano: libertà, rispetto dei diritti, abbattimento dei grandi poteri.
Era l’epoca in cui la sinistra voleva buttare a mare le basi americane e Franco Tricale cantava:

Banane e Coca Cola
Per ogni Coca Cola che tu bevi
un proiettile all’america hai pagato.
E se il marine la mira non fallisce,
un compagno vietnamita assassinato.
Per ogni banana Ciquita che tu mangi,
ancora soldi per gli americani
ancora tonnellate di napalm
per ammazzare i bimbi del Vietnam.
Piccolo uomo che leggi il corriere,
metti un dito in bocca per vomitare
l’oppio che ti dà la borghesia,
e vieni nelle file dei proletari.

Contro la Nato e contro i padroni,
per l’eguaglianza e per la libertà,
non ber più Coca, non mangiar banane,
e grida “Via le basi americane!”.

L’America rappresentava il nemico, il grande fratello che ci voleva fagocitare.
L’individuo lottava per la conservazione della propria identità difendendo valori e costumi.

Nixon boia
Regan boia
Bush boia

L’America, quel posto lontano dove si dice non esista la sanità pubblica e se sei povero muori per strada calpestato dai manager frenetici.
L’Italia esempio di democrazia libertà e diritto.
Si beveva “caffè popular” importato da Cuba
Ascoltavamo gli Inti Illimani e Guccini
Puntavamo spillette del Che e della Republica Democratica Tedesca.

Sono passati secoli da allora  ed oggi ciascuno di noi ha una piccola America in casa.
Eleggiamo (quasi) direttamente il Capo di Stato, parliamo (quasi) l’inglese e mangiamo (quasi) gustosi hamburger.
Abbiamo tutti un personal computer che da quanto so non è nato a Mosca, usiamo Gmail donando alle agenzie di marcketing e ricerca d’oltre oceano tutte le

informazioni relative ai nostri gusti ed abitudini.
Ma il primato della nostra auto globalizzazione lo abbiamo raggiunto con la schedatura volontaria di massa attraverso il Social Network Facebook.
Ancora una volta un giovane volenteroso studente americano, come un nouvelle Gates, ha compiuto il miracolo dei miracoli.
Una piazza virtuale che tutti attraversano e si incontrano.
Un luogo dove ritrovare nuovi amici e conoscerne di nuovi.
La piattaforma è gratuita mentre lui è uno degli uomini più ricchi del mondo grazie ai milioni di utenti che si connettono ed alle aziende che investono per

promuovere la propria attività sul canale.
Il sogno americano che si avvera.
Diventare ricchi facendo fare tutto agli altri.
Gli altri chi ?
Un tempo si chiamavano schiavi e raccolsero il cotone.
In seguito si liberarono e partirono volontariamente “ all’ America” per tornarne ricchi o mafiosi.
Poi si trasformarono in alleati e permisero l’impianto di missili e banane sulle italiche terre.
Infine evolsero in “internauti”, acquistarono computer, connettività e spazio su server a stelle e strisce.
Quindi come diceva una bellissima canzone “gli altri siamo noi”
Si…. proprio noi….
Sempre più vittime sempre meno consapevoli.

Cosa ne pensi?