Addio a Giorgio Bocca


Giorgio Bocca (Wikipedia)

Giorgio Bocca (Wikipedia)

Passare a miglior vita il giorno di Natale è pur sempre un qualcosa che lascia sorpresi gli astanti.

Il 25 dicembre 2011 è morto Giorgio Bocca, scrittore e giornalista italiano, così come lo descrive Wikipedia.

Nei mie 46 anni di vita e nel trentennio che ho dedicato alla lettura, la sua penna ha rappresentato per me un modello di giornalismo e comunicazione insostituibile; una pietra miliare.

Non voglio spendere altre parole sulla grandezza di un uomo che insegnato ad intere generazioni la nobile arte dell’informazione.

Ai suoi funerali hanno preso parte esponenti del mondo culturale politico e sociale di destra e sinistra, rispecchiando esattamente quelle che erano da sempre le sue frequentazioni abituali e qualcuno ha intonato “bella ciao”.

In queste ore, in rete, dilagano innumerevoli fiumi di parole in merito al personaggio, analizzando con dovizia il passato dalla nascita alla morte, ricercando negli archivi della memoria storica le origini politiche di un uomo.

Ecco i più informati rispolverare a dovere gli albori dei primi carteggi editoriali, dei percorsi personali e delle conclusioni finali; “fascista della prima ora, poi partigiano, poi socialista craxiano, poi simpatizzante del movimento leghista”

Inserendo le parole ” Giorgio Bocca” nella casella di ricerca di Google il primo suggerimento che ci viene proposto è “Giorgio Bocca fascista” come a voler soddisfare immediatamente l’immaginario collettivo che vuole risolvere l’enigma: come ha potuto un amante di Mussolini fondare un quotidiano come la Repubblica ?

Finalmente possiamo appagare il nostro bisogno di catalogare e classificare: Giorgio Bocca era un fascista poi passato a sinistra.

Personalmente credo che se oggi decidessimo di adottare tale metro di valutazione, ghigliottinando gli impuri e tutti coloro che durante il loro percorso hanno mutato direzione, ci troveremmo davanti al deserto.

In corso d’opera siamo tutti pronti a digerire qualunque trasformismo adattandoci a misura ma a posteriori eccoci improvvisamente salire in cattedra per sentenziare.

Giorgio Bocca, come molti di noi, ha cambiato idea diverse volte,  ma come pochissimi, ha avuto il coraggio di raccontare queste sue trasformazioni mettendoci la faccia insieme alla penna.

 

Intervistato da l’Espresso, nel 2007, dichiarò:

«Sono certo che morirò avendo fallito il mio programma di vita:
non vedrò l’emancipazione civile dell’Italia. Sono passato per alcuni innamoramenti,
la Resistenza, Mattei, il miracolo economico, il centro-sinistra.
Non è che allora la politica fosse entusiasmante, però c’erano principi riconosciuti:
i giudici fanno giustizia, gli imprenditori impresa.
Invece mi trovo un paese in condominio con la mafia.
E il successo di chi elogia i vizi, i tipi alla Briatore».

Grazie Giorgio per avermi raccontato il terrorismo ed altri fenomeni sociali, grazie per avermi infuso quella parte di sangue inchiostrato che scorre tuttora nelle mie vene e che mi spinge inesorabilmente a premere questi tasti, grazie di essere stato sempre e comunque te stesso; perchè solo gli stolti non cambiano mai idea.

Cosa ne pensi?