Solo oggi scopro sul Secolo XIX online un articolo che conferma quanto l’Amministrazione Comunale attuale viva dentro ad un fanstascientifico sogno che purtoppo per i cittadini si trasforma in incubo. 😥
Hanno deciso di adottare nuovi mezzi di trasporto urbano senza autista che viaggeranno su corsie preferenziali sulla tratta Foce Molassana 😯
Non ho neppure la forza di commentare anche perchè credo che la notizia sia già sufficientemente allucinante di per se ….. 😐
Articolo del Secolo XIX 6 settembre 2008
Foce-Molassana un bus
senza autista
Un nuovo piano del Comune per il trasporto pubblico non porta più al tram ma a uno speciale autobus ibrido che corre su corsia super protetta senza autista. Lo potremmo vedere in servizio sull’asse Molassana-Foce su carreggiate riservate da costruire, poi sulla direttrice Nervi-Sampierdarena su quelle di fatto già a disposizione e solo da integrare.
È un mezzo che va in parte a energia elettrica e in parte a diesel, che usa il gas liquido per alimentare il motogeneratore; che è guidato su un percorso fisso da sensori magnetici posti sotto la carregiata. E che trova davanti a lui sempre e solo semaforo verde. Una sorta di tram su gomma, che si serve di una rotaia virtuale e che è in grado di trasformarsi, se serve, in bus tradizionale. Il modello è già stato adottato dalla città olandese di Eindhoven e sta prendendo campo in diversi centri francesi (non a caso il Comune e l’Amt saranno nei prossimi giorni in missione a Nantes, dove l’evoluzione delle corsie protette ha raggiunto il livello ottimale). Si chiama Phileas ed è costruito sia in Germania sia in Olanda. Sul mercato c’è anche la versione a 24 metri, capace di ospitare quasi 200 persone; ma in Italia non si possono superare i 18 metri (140 posti), anche perché i parametri del nuovo mezzo richiedono particolari misure di sicurezza attorno alla corsia e in curva.
Il Phileas sostituisce così il tram ed entra a pieno titolo sul librone della mobilità che il vicesindaco Paolo Pissarello custodisce gelosamente sulla sua scrivania di Palazzo Tursi. C’è anche un motivo economico: realizzare il tram nella sola Val Bisagno costerebbe attorno ai 120 milioni di euro (stima per difetto), mentre utilizzare l’ibrido a guida automatica dimezza esattamente l’esborso. Sessanta milioni di euro per realizzare le carreggiate protette (se possibile con un nuovo terreno in cemento armato dove innestare i cilindri magnetici di rilevamento), per aggiornare la tecnologia dei semafori intelligenti, per attrezzare le aree pedonali che si libereranno, per mettere in piedi almeno cinque parcheggi di interscambio. I fondi, tra l’altro, potrebbero arrivare anche grazie al piano di riqualificazione (Por) di San Teodoro e di Staglieno. Lo scenario, tra l’altro, potrà evolversi e il Phileas, tra qualche anno, potrà lasciare il campo al tradizionale tram, escludendo quindi l’uso di diesel e delle polveri sottili.
Gli assi di trasporto allo studio di Tursi sono dunque due: quello di vallata e quello levante-ponente. È sul primo (Molassana-Foce) che le carte sono già dettagliate. Con quattro ipotesi di percorso (sostanzialmente le variazioni sono solo tra Marassi e Brignole, dove il tracciato dovrà essere condiviso con il Municipio, i residenti e gli operatori economici) e con il passaggio del tram senza binari o a ridosso del torrente o più in mezzo alle case (in via Canevari).
Lo sviluppo da Molassana a Brignole prevede il dirottamento del traffico in uscita dall’autostrada sulla sponda sinistra del Bisagno, mentre alle spalle della stazione Fs si avrebbe il grande nodo di interscambio con la metropolitana e il treno. O la possibilità di andare più avanti, fino alla Foce, percorrendo la parte centrale (dove torneranno le aiuole) dei viali Brigate Bisagno e Brigate Partigiane. Davanti a Brignole, si intersecherà la rotta Nervi-Sampierdarena (con il blocco centrale da collegare con la corsia protetta e con le strisce gialle di corso Europa da trasformare in tappeto per il phileas. Il futuro lascia ovviamente la possibilità di arrivare fino all’aeroporto e, sul mare a levante, di scendere fino all’altezza del Gaslini.
I tempi? Meno di 30 minuti da Sampierdarena a Nervi; meno per passare da Molassana a piazzale Kennedy (dove la giunta vuole arrivare in vista della scommessa di rilancio del quartiere fieristico, nonché per allacciare l’intera Foce). Nel silenzio e senza «fermarsi mai a un incrocio».